Caffè a Brera con Fernanda

Della mia passione per i bar eleganti del centro e per le pause caffè a metà mattina dalla durata variabile a seconda del livello di stress in corpo ho già scritto in precedenza, ma torno sull’argomento per segnalare una bella novità: l’apertura di un nuovo angolo tranquillo dove rifugiarsi, è il caso di dirlo, dal caos che c’è là fuori. E’ il nuovo Caffè Fernanda, bellissimo locale appena inaugurato dentro la Pinacoteca di Brera, ideale conclusione di un percorso espositivo completamente rinnovato – se non l’avete ancora visto non perdetelo, non riconoscerete la Pinacoteca che avete visitato con la scuola -, ma anche locale indipendente cui si accede entrando direttamente dal portico del cortile d’onore dove sono stati allestiti una decina di tavolini all’aperto.

Fra i bar cittadini, anche all’estero, quelli che amo di più sono quelli dentro i musei. Non solo perché il più delle volte sono arredati benissimo, con rimandi alle collezioni interne, terrazze spettacolari, tavoli che guardano la città, ma soprattutto perché sono spazi protetti, sempre all’interno, dove il rumore della città se arriva è sempre attutito, il più delle volte rifugio di turisti in cerca di una poltrona dove rimettersi in sesto. E’ difficile incontrare “milanesi imbruttiti” che aprono la bustina dello zucchero prima ancora che la tazzina del caffè sia planata sul piattino, ma il più delle volte sono frequentati da avventori che consapevolmente si godono il piacere di una pausa.

Ben venga quindi un nuovo indirizzo “museale” – fra i miei bar preferiti c’è quello dentro Palazzo Reale, gestito da Giacomo – che tra l’altro è un posto romantico che ricorda i caffè frequentati dagli intellettuali a inizio Novecento, con il bancone in legno e ottone, i grandi specchi che allargano lo spazio, le pareti dipinte di blu scuro, i quadri alle pareti, le poltroncine rosa antico e un menù che punta sul chilometro zero (l’obiettivo è usare i prodotti di un orto biodinamico al Parco Sud). Per ora ho bevuto solo il caffè – 1,10 euro al banco, 2,20 al tavolo -, ma sono sicura che diventerà una tappa obbligata dei miei safari metropolitani.

Il Caffè è stato intitolato a Fernanda Wittgens, che fu la prima donna a dirigere un museo statale italiano. Dopo la morte del suo mentore Ettore Modigliani, nel 1947, fu lei a ricostruire la Pinacoteca di Brera andata distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il 9 giugno 1950 inaugurò la Grande Brera: un percorso di 38 sale ristrutturate dall’architetto Piero Portaluppi – quello della casa museo Villa Necchi – che nella sua visione doveva essere “un museo vivente”, la stessa filosofia con cui l’attuale direttore James Bradburne ha appena terminato il rinnovo delle sale.

Caffè Fernanda, via Brera 28, pinacotecabrera.org

One Reply to “”

  1. Cara Teresa, proprio ieri sono stata a visitare la Pinacoteca di Brera a seguito dell’incontro “adagiourbano” che ha avuto luogo nella bellissima pasticceria di Caminadella Dolci. Ho visto l’Autoritratto di Boccioni dal vero, pennellata dopo pennellata… I tuoi post sono un toccasana, tu mi prendi per mano e mi accompagni, mi inviti a rallentare al passo di un flaneur e mi aiuti a ritrovare la mia dimensione. Davvero, grazie di cuore. Un’ammiratrice

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