Adesso che ho imparato la strada mi sono ripromessa di venirci ogni volta che la città mi soffoca, e non solo per via dell’inquinamento che in questa anomala Indian Summer ha raggiunto livelli cinesi. Voglio venirci ogni volta che ho l’impulso di fuggire lontano e finisco per guardare orari e prezzi di aerei che non prenderò mai (uno dei miei gesti antistress preferiti) perché camminare al Bosco in città non sarà come passeggiare su una dorsale delle Dolomiti, ma per un forzato della metropoli è un lusso. Gratuito e vicino.

Perché il Bosco è veramente un bosco, e si infilano magici tunnel fatti di rami che sembra di essere in Val Brembana, perfino con l’effetto foliage che in questa stagione va da pazzi sui social, ma soprattutto perché non c’è nessuno. E chi la domenica frequenta i parchi cittadini sa bene che a Milano la solitudine è diventata un privilegio. A parte qualche gruppo nell’area pic-nic che gira e rigira salamelle sulla griglia a ciclo continuo, con odori annessi, superata Cascina San Romano e imboccato il primo sentiero non s’incontra (quasi) più nessuno. E si può camminare per chilometri fino agli orti, nell’erba alta o in riva al lago, con i galli che cantano in sottofondo e il profilo delle torri di Citylife all’orizzonte. Da soli.

Un appunto di cronaca che mi fa amare il posto ancor di più: da quarant’anni il bosco è gestito dall’associazione Italia Nostra, la stessa che dopo aver salvato dal degrado il Parco delle Cave, si è presa la briga di ripulire il raccapricciante boschetto della droga dietro a Rogoredo perché è convinta che contro la criminalità e la disperazione il verde sia più persuasivo delle forze dell’ordine. Piccoli eroi del nostro quotidiano.
E l’indicazione, visto che molti non sanno come raggiungerlo. Prendete via Novara, passate il parco di Trenno e al primo semaforo dopo il distributore Esso girate a destra: c’è un piccolo parcheggio dove lasciare la macchina e uno degli ingressi. Sulla strada del ritorno potete fermarvi per una birra a Mare culturale urbano, bella cascina riqualificata che sta proprio dietro via Novara, con un bar, un cortile accogliente, un ristorante e un sacco di attività nei fine settimana.
Cara Teresa, siamo andati stamattina, Ugo e io, a Boscoincittà. Hanno cominciato a organizzarlo quando io insegnavo a Baggio, circa 45 anni fa. Non lo avevo più visto. Oggi abbiamo seguito il tuo consiglio e abbiamo camminato e passeggiato, in questa bella giornata di sole, fra gli alberi, sereni e contenti. Davvero un ottimo consiglio. Peccato che la cascina Mare culturale urbano fosse chiusa. Ci torneremo! Grazie ancora del consiglio! Viva Adagio urbano!
Marina Tarallo Cedrangolo
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ciao Marina, che bello!!!! sono contenta che il mio nuovo blog serva a qualcosa… A Mare culturale ci ho portato Stefania con i ragazzi la scorsa primavera, una bella domenica di relax.
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