Il consiglio è di andare da soli, in modo da ridurre ogni distrazione. Lasciare il telefono in tasca, sedersi in una delle panche della chiesa e semplicemente ascoltare. Il resto verrà da solo: il pensiero tornerà ai mesi difficili della quarantena, quando le nostre case erano allo stesso tempo rifugio sicuro e prigione, ai sogni e alla forza dell’immaginazione, unica via di fuga oltre le pareti della nostra stanza, al desiderio di (ri)vedere il cielo sopra di noi, precluso al nostro sguardo per troppi giorni consecutivi. Perché in questa intima ma potente performance c’è tutto questo, e molto di più. Basta dare il tempo (e lo spazio) alle emozioni di affiorare rimanendo qualche minuto in silenzioso raccoglimento.

E una chiesa di per sé aiuta. Quindi dimenticatevi delle preoccupazioni e godetevi questo adagio, prima esperienza artistica collettiva di una ripartenza difficile per tutti, che punta su un luogo raccolto, un ingresso contingentato e una mostra-concerto che non ha bisogno di trasporti eccezionali ma solo dell’esecuzione di una canzone. E’ “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, ripetuta in loop in una versione eterea per organo riadattata dall’artista islandese Ragnar Kjartansson. Il progetto risale al 2018 ed è un’opera site specific realizzata per il Museo Nazionale del Galles di Cardiff: a Milano arriva con Fondazione Trussardi in una versione a chilometro zero (i cantanti sono stati selezionati qui) pensata per un posto davvero suggestivo come la chiesa di San Carlo al Lazzaretto.
Edificio a pianta centrale, San Carlino, come lo chiamano i milanesi, alla fine del XVI secolo era un tempietto all’interno del Lazzaretto aperto su quattro lati per permettere ai malati di assistere anche da fuori alla funzione. Alla fine del Settecento Giuseppe Piermarini gli diede l’aspetto che conserva ancora oggi, dopo il restauro terminato nel 2017 che l’ha riaperto al pubblico (solo al mattino) dopo anni di abbandono. Nascosta in quel dedalo di strade multietniche dietro corso Buenos Aires, la chiesa è aperta fino al 25 ottobre eccezionalmente al pomeriggio, dalle 14 alle 20, per sei ore non stop di musica con l’installazione “The sky in the room”: sette cantanti professionisti si alternano all’organo e rivolti verso l’altare (e non verso il pubblico) interpretano le parole d’amore di Gino Paoli in una ninna nanna infinita, dolcissima e al tempo stesso straziante. Provate, è come entrare in un carillon.
L’ingresso è gratuito, ma la prenotaizone obbligatoria, per registravi andate sul sito della Fondazione Trussardi.