Se c’è una cosa che salvo di questo anno terribile di pandemia è che siamo diventati dei gran camminatori. Per piacere o per necessità, perché non abbiamo alternative, perché è il modo più sicuro per vedere un amico, perché è l’unica attività fisica consentita… Ognuno cammina con il suo passo e con la sua motivazione. In città, districandosi fra pedoni distratti e pericolosi monopattini, o nella natura dove chiaramente è molto meglio ma non sempre è possibile. In silenzio o con una storia nelle orecchie, una canzone, un podcast. Da soli o in rumorosa compagnia. Per svuotare la testa o per metterla in ordine, per processare pensieri che altrimenti restano in sospeso troppo a lungo, prendere una decisione o digerirne un’altra, rilassarsi o caricarsi. Con il risultato che anche la città sempre di corsa è tornata ad andare a piedi anche quando potrebbe muoversi diversamente. Riscoprendo un gesto antico che l’emergenza climatica ha trasformato in rivoluzionario.

E chissà, magari un domani camminare sarà perfino una prescrizione medica: contro lo stress è consigliato passeggiare per due o tre ore alla settimana, meglio nel bosco, per evitare di imbottirsi di psicofarmaci. Sarebbe una vera rivoluzione naturalista! Per ora siamo solo alla sperimentazione, ma una prima indagine svolta dal Cnr ha portato a risultati promettenti che potrebbero dare il via a protocolli terapeutici per ridurre l’ansia, lo stress e la depressione. Gli scienziati infatti hanno dimostrato che muoversi a piedi in un bosco ha effetti positivi legati alla ripetizione delle forme geometriche degli alberi (frattali) che favoriscono il rilassamento e alle sostanze aromatiche (terpeni) rilasciate dalle foglie che agiscono sul cervello e sul sistema immunitario. Aggiungete l’aria pulita, il silenzio magico della foresta, interrotto solo dal rumore delle foglie sotto i nostri piedi, e la terapia è fatta.
La ricerca è stata condotta su 200 volontari fra i 18 e i 79 anni accompagnati da un gruppo di psicoterapeuti a camminare nei boschi toscani, emiliani e trentini. A tutti è stato chiesto di riempire un questionario per la valutazione dei livelli di ansia, depressione, ostilità e difficoltà a concentrarsi prima e dopo la passeggiata, e poi nei giorni successivi. L’esperimento prevedeva una prima attività esplorativa, seguita da due escursioni intervallate da tecniche di meditazione e controllo della respirazione. I risultati mostrano che con la meditazione il calo dello stress e dell’ansia è stato dell’85 per cento, senza attività mirate del 40. Un piccolo, importante traguardo.
teresita… ormai sono diventata come forrest gump! come i criceti sulla ruota
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La vedo dura passeggiare in un bosco a Milano!!!
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Non è male neanche camminare a Milano. E chissà che iniziando in città non venga voglia di farlo nei boschi, che non sono tanto distanti da qui. Certo, bisogna aspettare che il colore sia quello giusto… ma torneremo anche a camminare fra gli alberi.
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Ma dove camminare? Io comincio ad odiare le strade intorno alla mia abitazione (Giambellino e dintorni). Milano è una città “passeggiabile”? Che nostalgia della mia Trani.
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Siamo tutti stufi delle strade sotto casa nostra e capisco la sua nostalgia per il mare pugliese, anche a me manca il mare e il vento e la natura… Per sopportare tutto questo io cammino, nello stesso panorama da un anno, quando si può anche fuori dalla città. Non so se è la strategia migliore, ma a me fa bene.
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