Nel 1938 quando Ermenegildo Zegna avviò la costruzione della strada panoramica che porta il suo nome l’obiettivo era quella di rendere accessibili le brulle alpi biellesi, territorio fino ad allora impervio e poco frequentato. Un percorso che si snoda da Trivero, dove ancora ha sede l’impero tessile, ad Andrate passando per punti panoramici spettacolari che si affacciano sulle alpi e sulla pianura padana. Non solo, per rinvigorire le valli e abbellire la strada fece piantare 500 mila piante fra cui rododendri, azalee e ortensie, trasformando la zona in un reticolo di sentieri, affacci, boschi, presidiati da rifugi dove rifocillarsi alla fine dei una camminata nel verde. Ma Gildo, come lo chiamavano in famiglia, voleva di più. Il sogno, che fu realizzato dopo la sua morte dagli eredi, era proseguire la Panoramica fino a Valle Cervo, facendola diventare la spina dorsale di un’area protetta di 100 chilometri quadrati trasformati in un’oasi per gli amanti della natura, della vita all’aria aperta, dell’escursionismo e delle gustose mangiate intorno a lunghi tavoli in condivisione. E’ uno dei primi interventi di mecenatismo ambientale dove una famiglia di imprenditori si prende cura di un pezzo di territorio, trasformandolo in un’oasi protetta aperta a tutti.
Dal 1994 si chiama Oasi Zegna ed è una piacevole gita fuori porta: vicina, rigenerante, ricca di opportunità e soprattutto fattibile senza bisogno di organizzarsi per tempo, che nei mesi autunnali offre uno spettacolo commovente per la varietà di colori. Io l’ho scoperta solo questa settimana, colpevolmente lo ammetto, ed è stata una giornata perfetta: a un’ora e mezza da Milano, con un sacco di rifugi dove mangiare bene spendendo poco e un circuito di sentieri per tutti i gusti da fare a piedi o in bicicletta. Noi abbiamo scelto di puntare al rifugio Piana del ponte, tre casette di pietra in fondo a una valle dove un gruppo di ragazzi gestiscono con allegria un ristorante molto casalingo (ottimi i dolci) e dove si arriva dopo un’oretta di camminata che parte da Bocchetto Sessera prima lungo una mulattiera, poi infilandosi in un bosco che profuma di funghi – uno l’abbiamo perfino trovato! – e passeggiando lungo un fiume. Ma le possibilità sono tantissime. Le più battute sono il sentiero dei rododendri e il bosco del sorriso con un percorso per imparare l’influenza bioenergetica degli alberi.
Nei quattro fine settimana di ottobre l’Oasi organizza passeggiate con guide naturalistiche dedicate al foliage che, al di là della moda, è un fenomeno sempre affascinante, che in questi boschi offre panorami mozzafiato fra variazioni cromatiche che vanno dal giallo al rosso vinaccia. Per chi non vuole partecipare a un gita di gruppo ma preferisce muoversi in autonomia, il mo consiglio è di visitare il sito prima di mettersi in viaggio, scegliere il percorso in base alla difficoltà, alla lunghezza o alla meta che si vuole raggiungere. Lungo la Panoramica ci sono molte aree sosta dove lasciare la macchina con pannelli informativi sui sentieri e chioschi che vendono cibo – miele di montagna, formaggio di capra, salsicce – a cui è possibile chiedere informazioni. Buona camminata!