“Cammina lungo la Senna, quando sei stanca ti volti e torni indietro suoi tuoi passi. Non aver paura, sarà il fiume ad accompagnarti. Respira, rilassati e cerca di svuotare la testa”. È così che Elena ha imparato a camminare, più di dieci anni fa. “Era un tiepido pomeriggio di aprile, a Parigi – ricorda – . Un attacco d’ansia mi ha colta all’improvviso, all’uscita di un museo, mentre attraversavo il giardino delle Tuileries. Con il fiato spezzato, le vampate di caldo che salivano e il battito cardiaco che mi aggrediva le tempie mi sono seduta su una di quelle belle sedie di ferro che il mondo invidia alla Francia e ho chiamato Antonio, un caro amico che abita a Parigi da tanti anni. Ho chiesto aiuto, piangendo silenziosamente per la vergogna. “Ora non posso raggiungerti, sono dall’altra parte della città – mi ha spiegato con la massima calma, il tono rassicurante che si usa con i bambini – ma tu inizia a camminare. Fra un’ora ti vengo a recuperare lungo la Senna”. “Ma come fra un’ora? Dovrei camminare lungo la Senna da sola per un’ora? Se non vieni subito mi trovi dentro la Senna!” ho risposto spaventata. Ha riso. “Non ti preoccupare, succede a tutti la prima volta. Cammina, vedrai che pian piano tutto tornerà normale”. Ero incredula. Ho attaccato il telefono maledicendolo. Poi senza neanche pensarci sono uscita dal giardino e mi sono avviata sul lungo fiume. Ho marciato a passo spedito per un’ora senza neanche accorgermene. Ho pianto. Ho respirato. E, come per magia, tutto è tornato normale.
La storia di Elena è una delle tante che racconto nel mio libro Adagio urbano, il testo che ha dato inizio a questa avventura, scritto un anno dopo essermi licenziata. Raccoglie un catalogo di personaggi (reali) che come me hanno cercato di ristrutturare la loro quotidianità per vivere a un ritmo più sostenibile, strada controcorrente in questo tempo sempre di corsa, iper connesso e spesso superficiale. Dal momento che il libro non è più in commercio ho deciso, quando capita, di riproporne alcuni brani. Come questo, tratto dal capitolo “Camminare”, cui sono legata in maniera particolare perché anch’io in un’estate da sola oltreoceano ho usato le passeggiate lungo il fiume per scacciare la malinconia che ogni tanto mi assaliva. E ho scoperto che camminare non solo fa bene al fisico, ma migliora l’umore, è un potente antidoto contro la tristezza e l’ansia, aiuta a far pulizia fra i pensieri e scioglie quel senso di inadeguatezza che colpisce a tradimento. In un parco è più bello, ma non è indispensabile farlo nel verde: a me capita di andare a zonzo senza meta, in città, in centro, perché l’importante non è la meta ma il viaggio. E funziona sempre.
Nel mio caso è rimasta una pratica urbana, uno dei tanti gesti antistress che coltivo con cura durante l’anno. In vacanza cammino poco, di solito in Liguria, fra terrazze coltivate, ulivi e pinete, lungo sentieri che guardano il mare e approdano a piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato un secolo fa. Ma c’è chi ha fatto del passo lo strumento privilegiato anche per viaggiare. Se volete saperne di più se ne parla al Festival del Social Walking il 22 e 23 settembre da Eastriver Martesana e nel giardino nascosto di Cascina Martesana: domenica alle 9 il programma della giornata inizia con una passeggiata urbana fra il Parco Lambro e la Martesana.
Eastriver, via Jean Jaurès 22, Milano – http://www.eastriver.com
Cascina Martesana, via Luigi Bertelli 44, Milano – http://www.cascinamartesana.com
Fra poco più di due settimane sarò a Parigi e, anche senza attacchi d’ansia, metterò in atto il tuo consiglio: camminare lungo la Senna, o magari al Bois.
E al mio ritorno ti porterò a camminare sull’Adda, luogo davvero magico e senza neppure il frastuono del traffico parigino.
P.S. i nomi che hai scelto sono del tutto casuali, n’est-ce pas?!?
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Al Bois ho camminato due volte da sola, il roseto è molto bello, il parco un po’ dispersivo per me…. i nomi in questo caso sono di fantasia, non avevo mai pensato alla coincidenza della scelta, deve essere stato inconscio 😉
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