Nelle dichiarazioni d’intento doveva diventare “una grande casa del cinema di qualità, luogo di incontri e relazioni” per appassionati, dove le pellicole blockbuster, gli effetti speciali in 3D e i catini di popcorn sarebbero stati messi al bando. Con un caffè letterario che doveva fondersi con la vecchia, e frequentata, libreria per offrire al pubblico un aperitivo in attesa dell’inizio del film e un catalogo di libri non disponibili altrove. Ci abbiamo creduto: conoscendo la serietà di Lionello Cerri, la sua storia, la programmazione del vecchio Anteo, riuscito con intelligenza e passione a resistere alla moria di tante sale milanesi, e soprattutto conoscendo l’atmosfera di via Milazzo, un po’ radical chic, ma animata da persone che ancora credono nella magia del cinema e preferiscono una proiezione condivisa alla solitudine seppur comoda del divano di casa. Noi appassionati di cinema abbiamo sperato che l’ampliamento non snaturasse la storica multisala, almeno non troppo… ma purtroppo non è stato così. E spiace dirlo ma il nuovo Anteo è un’occasione mancata.
Il Palazzo del cinema, aperto lo scorso settembre con undici sale e in via di inaugurarne altre sette nel cuore di Citylife, è diventato un posto anonimo. Direi freddino. Niente da appuntare sulla programmazione, che è rimasta di qualità e si è persino ampliata con gli apprezzati spettacoli del mattino e dell’ora di pranzo, quel che delude è l’ambiente: il cinema ha perso il suo fascino. Prendiamo il caffè letterario, una settimana fa di libri non ce n’era neanche l’ombra, al contrario i tavoli del bar, di suo già poco caldo, erano circondati da scaffali vuoti e desolanti. Gli spazi di relax (dalla biblioteca alla sala on demand) sponsorizzati da grandi marchi di arredamento, il corridoio di ingresso invaso da pile di panettoni e casse di vino in offerta che strizzano l’occhio allo spettatore.
Mi auguro che sia solo un momento di transizione, che il progetto forse faraonico (l’investimento era di 5 milioni) in un’epoca di scorpacciate casalinghe di serie tv sia ancora in fase di completamento, che la libreria riapra al più presto, che sulle pareti arrivino le locandine dei film che abbiamo amato, che l’ingresso venga liberato dal cibo (in vendita dall’altra parte della strada), perché sarebbe un peccato perdere un punto di riferimento come l’Anteo.