Cari ristoratori,
un sondaggio totalmente empirico svolto in questi mesi mi costringe a tornare su una questione che a quanto pare non preme solo a me: le striminzite, desolanti porzioni da modelle anoressiche che stanno dilagando. Quando veniamo a pranzo nei vostri locali, ormai curatissimi in ogni dettaglio, con menù che offrono piatti per vegetariani, vegani, intolleranti al glutine, al lattosio, al lievito, preparati con ingredienti a chilometro zero o diecimila ma pur sempre selezionati e rigorosamente di qualità, perfetti per chi non digerisce più nemmeno la caprese…. dicevo, quando entriamo nel vostro locale, qualunque esso sia, normalmente abbiamo appetito. Anche se siamo milanesi, e quindi di fretta e ossessionati dalla linea, anche se scegliamo la quinoa con le verdure che ha mandato in pensione le lasagne, siamo comunque affamati. E una volta alzati da tavola e tornati in ufficio, fino a sera non avremo altre occasioni di mangiare se non scaricando porzioni confezionate da un’orrenda macchinetta automatica.
Quindi, vi prego, cercate di lavorare sulle porzioni perché così non ci siamo. Se il piatto in lista si chiama “piatto unico hummus con zucchine e avocado” noi ci aspettiamo una bella dose di crema di ceci e non una ciotolina stile finger food che finisce in due forchettate, altrimenti mettetela fra gli antipasti e noi ci regoliamo di conseguenza. Il pane, che a Milano costa una follia ma resta comunque pane, non può essere contato perché se no ce lo strappiamo di mano a vicenda. Le polpette di melanzane, che erano buonissime, numerate e impilate al centro di un piatto vuoto mettevano una gran tristezza. E posso andare avanti ancora con i cubetti di pollo nascosti nell’insalata, i gamberetti fantasma, i veli di mozzarella…
Insomma, visto che a Milano i prezzi non sono più da trattoria, visto che la maggior parte dei menù del mezzogiorno non contemplano né astice né mazzancolle ma cous cous e riso Venere con verdura tornate a fare delle porzioni per normodotati e trasformate i nuovi bar-bistrot-ristoranti arredati come il soggiorno della nonna da posti bellissimi da guardare a luoghi perfetti per la loro funzione: una pausa pranzo come si deve.
Grazie.
Parole sante!
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