E’ permesso leggere, sognare, passeggiare, pensare e pregare. E’ vietato baciarsi, mangiare, fare rumore e bivaccare. E’ caldamente consigliato abbassare la suoneria del cellulare e dimenticarsi delle tribolazioni mondane. Le regole non sono scritte da nessuna parte, ma si intuiscono facilmente una volta varcato l’ingresso che porta ai chiostri di San Simpliciano: un luogo che dire magico è riduttivo, perché è qualcosa di più. Lontano dalle rotte del turismo da torpedone – qui disincentivato dalla totale assenza di indicazioni -, è un indirizzo speciale per intenditori della bellezza, adepti dell’adagio urbano, anime inquiete alla perenne ricerca di pace. Quale posto migliore di un chiostro del Quattrocento dove ancora oggi si discute di Dio?
E non è per dire. I chiostri sono inglobati nella facoltà di Teologia di Milano e nelle stanze un tempo abitate dai monaci si studiano gli scritti dei profeti e l’apocalisse, le icone religiose nella storia dell’arte e il greco biblico, il Vangelo secondo gli apostoli e il mistero di Dio. Sfido chiunque a preoccuparsi delle nostre piccinerie umane camminando sotto questi elegantissimi portici, sovrastati dalle immagini dipinte di cardinali e papi che sembrano lì apposta a proteggere e vigilare. Qui non si può che volare alto, ricordandosi almeno per cinque minuti che siamo fatti di corpo e di spirito e che tutto quello per cui ci affanniamo dalla mattina alla sera non ha poi così tanta importanza.
Qualche notizia storica. I chiostri, legati alla vicina omonima basilica costruita da Sant’Ambrogio alla fine del 300, risalgono uno al 1400, il più piccolo e austero, quello che ancora conserva degli affreschi sotto il porticato, l’altro al 1563, il maggiore con il raffinato quadriportico a doppia colonna. Nato come monastero benedettino, alla fine del 1700 fu convertito in caserma dopo la soppressione degli ordini religiosi e da lì iniziò il lento declino. Caduto Napoleone, restò caserma fino alla seconda guerra mondiale quando, nel 1944, la parrocchia di San Simpliciano vi trasferì l’oratorio maschile (i campetti da calcio sono ancora molto frequentati). I primi restauri sono degli anni in cui fu sede dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, ma i lavori che li hanno riportati allo splendore antico sono del 2000. Dal 1967 qui ha sede la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, università della Chiesa cattolica.
L’ingresso è in via Cavalieri del Santo Sepolcro 5. Si entra nella portineria della facoltà da cui si accede ai chiostri: la porta è di vetro e non ha cartelli. Non lasciatevi intimidire, l’ingresso è consentito a tutti. Gli orari sono quelli della facoltà: lunedì 8.30-13 e 14-18, da martedì a venerdì 8.30-19.30. Il fine settimana è chiuso.
Non ci sono mai entrata, prometto che lo farò!
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Devi! è perfetto per i flaneur
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