Giornata della lentezza

Sognando un’amaca con vista sulle colline, oggi mi riprometto di festeggiare la Giornata mondiale della lentezza con meno enfasi ma stesso impegno. Sono a Milano, è lunedì e quindi giornata di lavoro. Non potendo teletrasportarmi in riva all’oceano Indiano o nelle silenziose foreste del Canada, mi accontento di uno dei tanti gesti antistress che da anni colleziono con la devozione di chi cerca di fare dell’adagio urbano il ritmo delle proprie giornate (talvolta perfino con successo). Così, quando non sono in grado di andare a caccia di giardini segreti, di fare una passeggiata lungo la Martesana, di andare a nutrirmi di bellezza in un museo o di organizzare una gita fuoriporta – se voi avete il tempo nel blog trovate un sacco di consigli – mi accontento di una piccola pausa rigenerante. Lo dicono anche i ricercatori: bastano 10 minuti di meditazione al giorno per stare meglio.

Per qualcuno sono tantissimi, per altri pochissimi, dipende dai punti di vista. L’importante è che siano dieci minuti autentici, altrimenti non servono a niente. Quindi è necessario staccare la testa, la spina e il telefono, obbligandosi a non controllare le mail, i messaggi e i social network. Insomma dieci minuti tutti per noi, per la nostra anima, respirando e liberando la testa. Almeno nella Giornata mondiale della lentezza vale la pena provare, poi chissà che qualcuno si faccia prendere la mano e trovi lo slancio per proseguire anche domani, e il giorno dopo ancora.

E allora oggi, fra una corsa e l’altra, mi riprometto di fare almeno una di queste cose: pettinare il gatto, fermarmi in pasticceria a mangiare un cannoncino, allungare la strada per passare da un giardino, sulla metropolitana leggere un libro, guardare fuori dalla finestra e immaginare la vita degli altri, scendere dal tram una fermata prima e proseguire a piedi, scrivere sul taccuino una nuova citazione, entrare in una chiesa e ascoltare il silenzio, prendere un caffè seduta al tavolo di un bar, comprare una mazzo di fiori freschi. Bastano dieci minuti, sperando che passino molto lentamente.

Crediti foto Austin Schmid

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