Caro Babbo Natale
quest’anno scrivo la mia letterina con imperdonabile ritardo, ma dicembre è stato un mese infernale anche per me e, nonostante l’adagio che professo, non sono riuscita a ritagliarmi neanche un’ora per stilare la lista dei desideri! Rimedio all’ultimo, sapendo che quello che desidero non si compra in nessun grande magazzino, reale o virtuale, non si mercanteggia in alcuna fiera e non si trova in svendita al black friday.
Per Natale mi accontento di due cose, una per me e l’altra per Milano, la mia città, che la classifica del Sole 24 Ore ha sorprendentemente eletto a migliore d’Italia per qualità della vita, primato che alle tue latitudini, immersi come siete nel più alto grado di civiltà dei paesi sviluppati, vi farà crepare dal ridere. Ma questo è. Il primo desiderio, dicevo, è per me: vorrei un po’ di tempo per leggere i capolavori immortali che per mancanza di tempo mi sono ridotta ad ascoltare spezzettati in cuffia mentre sgambetto sul tapis roulant.

La seconda è per la mia città, con cui vivo un corpo a corpo quotidiano, quindi a dire il vero anche questo desiderio finirebbe per essere un regalo per me: vorrei che a Milano portassi un po’ di quiete, ricordando a chi è sempre di corsa che sorridere non costa niente e cambia le nostre giornate, chiedere scusa è un valore e guardarsi negli occhi un’occasione di incontro e conforto. Perché il livello della qualità della vita non lo fanno solo il saldo a fine mese e il numero di consegne a domicilio, ma anche i rapporti umani. Solo allora potrò dire che Milano è la capitale del buon vivere.
Io ti auguro che i tuoi desideri vengano esauditi, né sarei felice per te e anche per me e per tutti noi.
Auguri!!
Luciano Laverda
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