Dopo anni di rincorse e successi, di calca, fretta e ingordigia, con una voglia rabbiosa e fiera di scalare tutte le classifiche, la Milano che lentamente si sta risvegliando dal letargo del Covid appare una città diversa: sorprendentemente quieta, sembra aver abbassato il volume delle sue giornate, dimenticato le corse e cancellato la ressa, svuotata com’è da turisti e pendolari, studenti fuori sede e migliaia di residenti che la concomitanza della ripresa con l’inizio dell’estate ha già trasferito altrove. E allora approfittiamone, perché è vero che il vuoto intorno mette un po’ di tristezza – avete passeggiato in galleria Vittorio Emanuele? -, ma è anche una straordinaria occasione per “perdersi nella propria città”, vagabondare alzando lo sguardo e riappropriandosi di posti a cui i milanesi avevano rinunciato da anni. Su tutti il Cenacolo, oggi incredibilmente accessibile in un clic, oltre che magnifico nell’estasi di una visione a piccoli gruppi che garantiscono un silenzio inedito anche per un refettorio di frati domenicani. O il Duomo, finalmente senza coda all’ingresso sia per chi vuole entrare in cattedrale – da vedere le vetrate, i pavimenti, le tombe illustri, l’urna di san Carlo Borromeo… – sia per chi si vuole avventurare sulle guglie: se non lo fate dai tempi della scuola dovete recuperare perché da lassù la vista è mozzafiato.

Prendete la bici e pedalate nei grandi parchi della cintura urbana, come il Forlanini, che ho rivisto dopo più di vent’anni in uno dei primi weekend di libertà dopo la quarantena e l’ho trovato davvero rigoglioso rispetto a quando lo frequentavo al liceo. Camminate per le strade del centro, inaspettatamente vuote in attesa di uno nuova onda di turisti (torneranno?), e riscoprite i musei dove non entrate da anni: la prenotazione obbligatoria online disincentiva, lo so, ma allo stesso tempo gli ingressi contingentati rendono l’esperienza nelle sale un lusso senza uguali. In assenza di folla e di rumori molesti godetevi con calma opera per opera, non credo ci sarà un’altra occasione per stare in solitaria davanti a quadri di Piero della Francesca e Raffaello, Botticelli, Tintoretto e Lotto.. Andate alla Pinacoteca di Brera, gratuita fino a settembre, per vedere il nuovo allestimento e già che ci siete fate due passi all’Orto Botanico, il giardino segreto che sta sul retro, un orto storico che sembra uscito dalle pagine di un libro; ritornate alla Galleria d’Arte Moderna, elegantissima negli arredi e nei dipinti che ospita, passeggiando fra Hayez e Balla, Sironi, Monet e Van Gogh; andate a vedere i diorami al Museo di Storia Naturale che fanno sognare i bambini ma piacciono anche ai grandi e lo spazio ultramoderno della Fondazione Prada dove sembra si essere a New York e invece siete dietro il Corvetto.

Fate i turisti nella vostra città, riscoprendo il piacere di andare adagio lasciandosi guidare solo dai capricci della curiosità. E se non sapete come orientarvi seguite i consigli della guida Milano adagio che di chicche ne colleziona parecchie, anche sui posti dove mangiare (ideale anche per chi vuole approfittare di questo periodo per venire in città per una breve vacanza). Perché è vero che economicamente l’era post Covid è un bagno di sangue per tutti, che 6 milioni di turisti in meno in un anno come ha previsto il Comune sono un disastro per molte categorie, che senza pendolari che animano il centro tanti esercenti rischiano di chiudere e che la città corre sull’orlo della decrescita, ma per la prima volta abbiamo la possibilità di vedere la nuova Milano, quella delle riqualificazioni urbane e delle strade pedonali con i tavolini all’aperto, dei grandi musei e dei giardini condivisi, in una dimensione intima e tranquilla che la città non conosce da anni.
