Dimenticatevi l’evento blockbuster con i gadget per i bambini e i costumi da principesse, le foto con Minni e Topolino e gli album delle figurine (qualcosa c’è al bookshop ma basta non fermarsi). Se, come me, siete cresciuti in compagnia di Robin Hood, Biancaneve e Cenerentola non perdete la mostra Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo (al Mudec fino al 13 febbraio 2022) perché è una gioia per gli occhi e per lo spirito, un’esperienza adagissima che vi accompagnerà dietro le quinte delle storie più famose di sempre, alla scoperta di personaggi crudeli, coraggiosi, ingenui o magici, comunque sempre intensi, che conoscete da sempre, ma non avete mai incontrato in questa veste, soli, mentre escono dalle testa e dalla matita di chi li ha inventati. Le prime espressioni che ne tratteggiano il carattere, l’indecisione sui colori di un abito, le somiglianze con qualche attore famoso (Audrey Hepburn ha ispirato la Bella addormentata nel bosco), la magia di un vestito che prende vita grazie agli effetti speciali (quello di Cenerentola), fra le immagini preferite di sempre dal signor Walt Disney.

Attraverso i bozzetti che emergono dall’immenso archivio Disney in California la mostra esplora il processo creativo che letteralmente “anima” i protagonisti, abbozzando lineamenti e costumi, costruendo trame e ambientazioni: storyboard, ritratti e disegni preparatori di una decina di cartoni animati cult dai Tre porcellini fino a Frozen 2, dove la grafica a computer è solo l’evoluzione 2.0 di una tecnica che si ripete da cent’anni. La mostra è anche l’occasione per conoscere i legami delle storie con i miti, le leggende e le fiabe da cui hanno tratto ispirazione. Qualche volta allontanandosene, altre aggiungendo dettagli e personaggi, altre ancora restando fedeli alle versioni di scrittori celebri come Charles Perrault. Un viaggio nel tempo, nei sogni e nella creatività che vi farà tornare bambini.
