Vista la voglia di andare in giro dopo i mesi di pandemia, ecco un itinerario adagio perfetto per un fine settimana d’autunno, muovendosi senza fretta e senza andare troppo lontano (se partite da Milano è poco più di un’ora), regalandovi gustose mangiate, passeggiate nella natura e visite culturali. La direzione è Parma e l’Emilia, terra accogliente e sincera, di una bellezza inaspettata per chi, come me, la conosce poco.

La prima tappa, imperdibile, è il Teatro Farnese di Parma (nella foto grande) all’interno del complesso monumentale Pilotta: un gioiello in legno e stucchi, primo teatro moderno d’Europa, che il duca Ranuccio I fece costruire in fretta e furia per festeggiare con sfarzo la sosta di Cosimo de’ Medici in città, tappa di un viaggio a Milano per visitare la tomba di San Carlo Borromeo. Il progetto è di Giovan Battista Aleotti che nel 1618 realizzò il primo teatro stabile per le rappresentazioni con un sistema di scenografie mobili all’avanguardia a quei tempi. Al di là delle nozioni – il teatro fu distrutto durante la seconda guerra mondiale e ricostruito -, entrare in questo spazio al primo piano dell’edificio austero che ospita anche un museo è un colpo d’occhio che toglie il fiato: un’emozione immaginare la vita che lo animava all’epoca dei duchi. Se volete potete visitare anche il museo – meno interessante – altrimenti puntate verso la Cattedrale e il battistero. Per il pranzo, un indirizzo turistico ancora di qualità nonostante la fama è il ristorante Sorelle Picchi: gli affettati e i ravioli sono eccellenti.

Se la gita è su due giorni, allora vale la pena andare alla scoperta delle colline emiliane, inoltrandosi oltre Reggio Emilia e magari arrivando fino alla Pietra di Bismantova: è il paradiso di chi fa arrampicata, ma è bello anche salire a piedi nel verde (è alta mille metri) e passeggiare con calma sulla cima per godersi il panorama sulla valle. Se la formula della gita è il weekend, la sera andate a cena al Ristorante Badessa a Casalgrande, scenografico e buonissimo: la sala è dentro un casello dell’Ottocento che un tempo ospitava un’azienda di parmigiano – c’è anche un bel giardino per la bella stagione – e il menu è una rivisitazione elegante e composta della cucina tradizionale emiliana con prodotti locali e vini naturali. La brigata è composta tutta da giovanissimi e il ristorante nel 2019 è ha vinto il titolo di “Migliore osteria giovane d’Italia” di Slow Food. Insieme al Teatro vale il viaggio. Se non sapete dove dormire, una buona base è l’agriturismo Verdenoce a Albinea, sotto Reggio Emilia: la casa è splendida e silenziosissima, la stanze moderne (anche troppo), la colazione ottima. Un posto molto adagio, come il fine settimana.