Una giornata in Franciacorta

Il prossimo volume della collana degli “adagi”, che arriva dopo Milano, Venezia e Napoli, sarà dedicato a Brescia e al suo territorio (nel 2023 Brescia e Bergamo saranno capitali italiane della cultura). Da curatrice l’ho letto in anteprima e in una giornata invernale di sole l’ho testato di persona scegliendo un paio di consigli per una gita fuori porta fra natura e cultura. E’ stata una giornata perfetta, e visto che so quanto siano preziose le dritte quando si va a zonzo in un territorio che non si conosce, vi propongo il mio itinerario per una giornata in Franciacorta, zona poco nota e poco frequentata dai milanesi. L’urbanizzazione spinta di una provincia ricca e parecchio operosa ha messo in secondo piano un retroterra storico e culturale profondo e una natura a tratti sorprendente fra le vigne dello spumante più famoso d’Italia, prodotto di punta della Franciacorda da oltre cinquant’anni, che invece meritano di essere scoperti.

Monastero di San Pietro in Lamosa

Prima tappa le Torbiere del Sebino, riserva naturale composta di vasche d’acqua dove un tempo, fra la fine del Settecento e la metà del Novecento, si estraeva la torba che veniva usata come combustibile. Un ambiente suggestivo e particolarissimo, habitat ideale di 25 specie di uccelli che in queste paludi nidificano indisturbati (è vietato entrare nella riserva con i cani), circondato dalle Prealpi lombarde che incombono sul panorama rendendo lo scenario ancora più magico. Il percorso a piedi parte dal Monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d’Iseo, dove si lascia la macchina e si procede per una piacevolissima passeggiata di un’ora o due a seconda del tracciato (ce ne sono tre), seguendo passerelle in legno con dei punti di osservazione da cui guardare gli uccelli.

Vittoria alata

La seconda tappa, a pochi chilometri, è Adro, alla Dispensa pani e vini, cucina del territorio rielaborata, ambiente moderno e informale, prezzi cittadini, ma menù molto curato e gustoso, accompagnato ovviamente da una sterminata cantina di vini qualità da bere anche al calice. Nel pomeriggio le possibilità sono due: o proseguite verso Iseo per una passeggiata sul lago o tornate verso Brescia per visitare la Vittoria alata, magnifica statua in bronzo del I secolo d. C, custodita nell’aula Capitolium, rinnovata di recente dall’architetto Juan Navarro Baldeweg, in occasione della fine del restauro della scultura affidato all’Opificio della pietre dure di Firenze. Ritrovata nel 1826 durante gli scavi archeologici del tempio romano di Brescia – una parte delle colonne si staglia all’ingresso del museo -, è una figura femminile alta quasi due metri, elegantissima, con due grandi ali intarsiate e le braccia protese in avanti per tenere, si pensa, uno scudo. Fino al 9 gennaio nel percorso archeologico che porta alla Vittoria trovate gli interventi curatoriali di Francesco Vezzoli che, con garbo, gioca con le sculture antiche.

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