Il profumo del mare di Sicilia si nasconde dentro un palazzo signorile di via Ariosto dove da qualche mese ha preso casa lo chef stellato Pino Cuttaia, che approda a Milano per portare la cucina raffinata del ristorante La Madia di Licata in una versione un po’ più alla mano (comunque non economica) rispetto a quella premiata dalla Michelin. Si chiama “Uovodiseppia”, che a Licata è il nome della bottega, e dopo averlo provato lo inserisco con piacere nella mia personale lista di quelli che ho chiamato i “bistrot con le stelle”: locali che offrono l’occasione di assaggiare una cucina eccellente, talvolta sperimentale, senza arrivare a svenarsi e senza dover affrontare l’impegno di una serata nell’empireo della cucina italiana. E’ a due passi dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie ed è un piacevole rifugio per chi ama la cucina siciliana perché anche se i piatti della tradizione sono leggermente rivisitati e in parte alleggeriti rispetto a quelli della nonna, ancora ricordano i deliziosi sapori dell’isola.

Se cercate un posto tranquillo, lontano dalla folla della ripartenza – dal numero di clienti seduto ai tavoli dei ristoranti sembra che la fame atavica da post lockdown non sia ancora stata saziata – questo è il ristorante giusto: a prima vista può sembrare la sala di un privé – si trova al piano terra di Ariosto Social Club, un progetto che comprende appartamenti di lusso con affitti brevi, concept store e palestra – ma per avere un tavolo non ci vuole alcuna tessera. In estate si mangia in cortile (più bello), in inverno in due piccole sale arredate con gusto, anche se un pelo fredde, con tavoli ben apparecchiati e servizio curato (anche questo un po’ ingessato).

La carta è interessante. A partire dal piatto simbolo, lo spaghetto alla milanese, che è la pasta con le sarde che si fa nei periodi di “magra”, o quando il pesce non è disponibile, quindi usando le acciughe e la mollica di pane tostata (il parmigiano dei poveri): grazie alla presenza del finocchietto selvatico, il gusto ricorda molto quello della ricetta tradizionale. Buoni i secondi a base di pesce – noi abbiamo preso la ricciola all’acqua di mare a la spigola in crosta – divino il cannolo, che qui si chiama Cornucopia di cialda di cannolo. A cena, senza vino, il prezzo medio è 60/65 euro a persona.