Una dura ripresa

In questo settembre in salita, flagellato da un’infilata di pessime notizie dal mondo e cattivi presagi – il più roseo è quello di un inverno con il doppio golf -, quando a vacanze abbondantemente finite sembra che infilarsi i pantaloni lunghi sia ancora un’impresa impossibile, non resta che rifugiarsi nelle piccole gioie quotidiane, quelle che fanno stare bene anche se hanno l’aria di essere solo  momentanei sollievi. Invece sono mattoncini, che seppur fragili, impilati uno sull’altro diventano l’ossatura delle nostre giornate imperfette. Allora tanto vale prendersi la briga di sceglierli con cura, usando al meglio il poco tempo che abbiamo. Ecco quello che mi ha tenuto compagnia in questo ultimo mese: prendete ciò che vi incuriosisce e lasciate il resto.

Un podcast. Per chi ama gli Stati Uniti segnalo Pop Corn, divertente serie di episodi audio sull’America dove Marta Ciccolari Micaldi (in arte McMusa) racconta storie originali usando pagine di libri (soprattutto letteratura). Interessante la puntata sulla Nasa e lo sbarco sulla Luna con le magnifiche parole di Oriana Fallaci, inviata a Cape Canaveral nel 1969 (già nel 1961 aveva inseguito gli astronauti in giro per gli Stati Uniti, scoprendo quanto fossero antipatici!).

Un libro. Sono in ritardo, lo so, perché nel 2012-2013 è stato un best seller planetario. Io lo sto leggendo ora e lo segnalo perché è uno di quei libri da cui è difficile staccarsi. Scritto con il ritmo di una sceneggiatura cinematografica, pagina dopo pagina trascina il lettore nella vita di Marcus, Harry e Nola e della comunità di persone che abitano la piccola città di provincia Aurora. Un luogo immaginario, dove mi sono accomodata con piacere, un rifugio dove mi riposo, mettendo in stand by la fatica delle mie giornate indossando per qualche minuto i panni degli altri. Che poi non è la vera magia della letteratura? Se non l’avete ancora capito il libro è “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker.

Una serie tv. Girato interamente in una minuscola tavola calda di Tokyo che ha la peculiarità di aprire a mezzanotte e chiudere alle sette di mattina, “Midnight diner – Tokyo Stories” è una coccola serale (non saltate la sigla) che riconcilia con il mondo grazie alle semplici storie di vita quotidiana che hanno come protagonisti le anime della notte, dai giocatori d’azzardo alle addette delle pulizie negli alberghi, dai cuori solitari alle spogliarelliste. Tutto molto giapponese!

Nari Ward, Amazing Grace

Una mostra. Non è poetica come l’installazione del 2020 quando nella chiesa del Lazzaretto veniva suonato in loop il motivo de “II cielo in una stanza” di Gino Paoli (il vecchio post lo trovate a questo link), ma è comunque toccante. E’ l’iniziativa promossa da Fondazione Trussardi, che ogni anno porta l’arte contemporanea in un luoghi poco conosciuti o addirittura chiusi al pubblico. In questo caso è il Centro balneare Romano a Città Studi, architettura fascista dove l’artista giamaicano (cresciuto a New York) Nari Ward ha allestito “Gilded Darkness”.
Nei vecchi spogliatoi abbandonati c’è “Amazing Grace”, un’installazione di 365 passeggini abbandonati che Ward ha trovato per strada e assemblato a forma di scafo di nave. Un’immagine malinconica, che evoca gli sbarchi e le migrazioni, amplificata dallo straziante canto gospel dell’attivista Mahalia Jackson. In piscina, invece, c’è “Emergence pool”, opera fragile e mutevole composta da decine di teli dorati che normalmente vengono usati per scaldare i migranti recuperati in mare: il riflesso della luce solare che cambia a ogni ora rendere il colpo d’occhio sempre diverso, sottolineando la vulnerabilità dell’opera e della vita stessa. Da vedere.

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