Se avete letto, e come me amato, qualche libro della casa editrice Iperborea specializzata in letteratura del Nord, e magari avete anche viaggiato attraverso le terre bagnate dal mare artico, fra boschi, fiordi e lande sperdute, in una natura potente fatta di grandi contrasti e abitata da personaggi solitari, apprezzerete di certo l’ambiente di Bjork, il primo ristorante svedese aperto in città cinque anni fa. Un indirizzo elegante e minimalista, curato nei dettagli e molto caldo, nel senso di accogliente, come si conviene alle tradizioni delle città fredde (e per metà dell’anno buie) di quelle latitudini.
Sono tornata in via Panfilo Castaldi 20 – strada ormai costellata di locali dove mangiare e bere – prima di Natale ed è stata una nuova, piacevole sorpresa: ho mangiato benissimo, seduta a un bancone in condivisione allegro e ben apparecchiato. Della serie niente è casuale, ma senza dare l’effetto di essere troppo studiato, dalla brocca dell’acqua al cestino del pane che arriva con una selezione di deliziosi pani integrali fatti in casa accompagnati da burro salato (una droga). E poi il cibo: un mix di sapori di bosco e acqua ghiacciata, con salmone marinato, filetto di alce o di renna, cavolo rosso, aringhe e merluzzo. Accostamenti originali e insoliti in una rivisitazione moderna della cucina tradizionale svedese (ci sono anche le celebri polpette con le patate e la salsa ai mirtilli, se ve lo state chiedendo, e non hanno niente a che vedere con quelle dell’Ikea).
La sorpresa è stata l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Invitata a pranzo da un’amica, ho pensato che fosse davvero un lusso concedersi una pausa di mezzogiorno in ristorante così curato, ma ho dovuto ricredermi: il menu del pranzo prevede un piatto abbondante a scelta a 12 euro, coperto e acqua inclusi. La carta cambia spesso e offre sempre una scelta fra carne, pesce, piatto vegetariano, zuppa del giorno e una selezione di Smörrebröd (fetta di pane di segale imburrata e guarnita con sapori diversi). La sera il menu a cinque portate a sorpresa costa 50 euro. Lo consiglio anche per i più abitudinari della tavola nostrana.